Hank Mobley | Poppin’

Registrato il 20 ottobre del 1957, Poppin’ è un album del sassofonista Hank Mobley che vanta un eccellente sestetto composto anche da Art Farmer alla tromba, Pepper Adams al sax baritono, Sonny Clark al piano, Paul Chambers al contrabbasso e Philly Joe Jones alla batteria. Particolarità di questa sessione è che fu curiosamente recuperata dalla Blue Note solo ventitré anni dopo, nel 1980, e distribuita inizialmente solo in Giappone.

Questa disco è da annoverare tra i numerosi che il celebre sassofonista tenore registrò tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 e in realtà, come già avvenuto in altre occasioni, vista la qualità dei pezzi è difficile individuare il motivo del perché sia rimasto inedito fino alla fine degli anni ’70.
I cinque brani in scaletta, tre dei quali scritture originali di Mobley che una volta di più dimostra la sua straordinaria versatilità come compositore, sono suonati con passione e vigore e sono costellati da eccellenti performance
(in particolare Clark si distingue per i suoi agili assolo). Tra i brani, vanno almeno ricordati quello che dà il titolo al disco, la nostalgica Darn That Dream, la Tune-Up di Miles Davis (dove la fantasia di Art Farmer riesce a non far sentire troppo la mancanza del suo più illustre collega trombettista) e East of Brooklyn che mette in risalto il talentuosissimo trio di fiati di quest’ottimo ensemble.

Il risultato è un insieme ben caratterizzato di purissimo hard bop, che ha la forza di collocarsi tra le migliori e più solide sessioni della discografia di Mobley.

TRACK LIST:
Tutte le composizioni sono di Mobley, tranne dove indicato diversamente.

  1. Poppin’ – 6:33
  2. Darn That Dream (E. DeLange, J. Van Heusen) – 6:10
  3. Gettin’ into Something – 6:33
  4. Tune-Up (M. Davis) – 10:53
  5. East of Brooklyn – 10:09

MUSICISTI:

  • Hank Mobley – Sax tenore
  • Art Farmer – Tromba
  • Pepper Adams – Sax baritono
  • Sonny Clark – Piano
  • Paul Chambers – Contrabbasso
  • Philly Joe Jones – Batteria

Art Taylor | Taylor’s Wailers

Taylor’s Wailers è un album pubblicato dalla Prestige nel 1957, testimone del debutto come solista del batterista Art Taylor. Il disco raccoglie i brani registrati originariamente il 25 febbraio del ’57, più uno proveniente da una differente sessione con John Coltrane al sax (registrata invece il 22 marzo dello stesso anno).

Cinque dei sei brani in totale sono eseguiti da un sestetto composto per lo più da giovani musicisti, alcuni dei quali destinati a diventare brillantissimi interpreti. A parte lo stesso Art Taylor, infatti, troviamo Donald Byrd alla tromba, Jackie McLean al sax alto, Charlie Rouse al sax tenore, Ray Bryant al piano e Wendell Marshall al contrabbasso. Tra questi pezzi troviamo la versione originale della celebre Cubano Chant di Bryant e le belle reinterpretazioni di due brani di Thelonious Monk (Off Minor e Well, You Needn’t). Per quanto Bryant rappresenti qui l’uomo di esperienza, è assolutamente da sottolineare il trio di fiati composto da forti personalità che proprio in quel periodo stavano sviluppando individualmente i propri stili.
L’ultimo pezzo (una versione della C.T.A. di Jimmy Heath scartata da un’altra sessione e qui inserita in realtà come seconda in scaletta) è interpretata invece dal quartetto con il quale Taylor suonava all’epoca, composto da alcune delle più grandi eminenze del jazz: John Coltrane al sax tenore, Red Garland al piano e Paul Chambers al contrabbasso.

Taylor’s Wailers raccoglie alcune giovani testimonianze, importantissime in chiave futura, ed è rappresentante di un hard bop purissimo, all’apice delle proprie potenzialità.

TRACK LIST:

  1. Batland (L. Sears) – 9:52
  2. C.T.A. (J. Heath) – 4:43
  3. Exhibit A (L. Sears) – 6:16
  4. Cubano Chant (R. Bryant) – 6:36
  5. Off Minor (T. Monk) – 5:38
  6. Well You Needn’t (T. Monk) – 7:55

MUSICISTI:

Tracce #1, 3-6

  • Art Taylor – Batteria
  • Donald Byrd – Tromba
  • Jackie McLean – Sax alto
  • Charlie Rouse – Sax tenore
  • Ray Bryant – Piano
  • Wendell Marshall – Contrabbasso

Traccia #2

  • Art Taylor – Batteria
  • John Coltrane – Sax tenore
  • Red Garland – Piano
  • Paul Chambers – Contrabbasso

Red Garland’s Piano

La terza sessione registrata da Red Garland come leader, dà vita all’album Red Garland’s Piano. Registrato il 14 dicembre del 1956, il disco fu pubblicato dalla Prestige nel marzo del 1957 ed è testimone di un periodo particolarmente distintivo nella carriera del pianista. Garland qui è all’opera su otto standard, tra cui i bellissimi Please Send Me Someone to Love di Percy Mayfield, Stompin’ at the Savoy (composta originariamente nel 1934 da Edgar Sampson, ma co-firmata da Benny Goodman che ne diede la propria versione nel ’36) e la If I Were a Bell di Frank Loesser (resa davvero celebre in quello stesso anno da Miles Davis che la suonò in apertura del disco Relaxin’ with the Miles Davis Quintet).

Accompagnato da Paul Chambers al contrabbasso e da Art Taylor alla batteria, Garland mette insieme un repertorio che ha contraddistinto il suo modo di suonare in quegli anni, fatto di accordi distintivi, creatività melodica e un solido senso dello swing. Red Garland’s Piano è insomma un disco che si può facilmente consigliare agli amanti del piano jazz (e non solo a loro, ovviamente).

TRACK LIST:

  1. Please Send Me Someone to Love (P. Mayfield) – 9:51
  2. Stompin’ at the Savoy (B. Goodman, A. Razaf, E. Sampson, C. Webb) – 3:12
  3. The Very Thought of You (R. Noble) – 4:12
  4. Almost Like Being in Love (A. J. Lerner, F. Loewe) – 4:52
  5. If I Were a Bell (F. Loesser) – 6:41
  6. I Know Why (And So Do You) (H. Warren, M. Gordon) – 4:50
  7. I Can’t Give You Anything but Love (D. Fields, J. McHugh) – 5:05
  8. But Not For Me (G. Gershwin, I. Gershwin) – 5:52

MUSICISTI:

  • Red Garland – Piano
  • Paul Chambers – Contrabbasso
  • Art Taylor – Batteria

Bud! The Amazing Bud Powell (Vol. 3)

Bud! The Amazing Bud Powell (Vol. 3) è un album del pianista jazz Bud Powell, registrato presso gli studi Van Gelder il 3 agosto del 1957 e pubblicato dalla Blue Note nello stesso anno.
Seguito del Volume 1 (del 1952) e del Volume 2 (1954), per questo terzo capitolo Powell di avvale della collaborazione di sidemen di lusso: Curtis Fuller al trombone (solo su 3 pezzi), Paul Chambers al contrabbasso e Art Taylor alla batteria.
Su nove pezzi in totale in scaletta (tre suonati in quartetto, cinque in trio e uno come solista al piano), siete invitati ad ascoltare con particolare attenzione la bellissima e placida apertura, Some Soul, o gli illuminanti due minuti e mezzo di Bud on Bach dove, come da titolo, Powell esegue appunto una composizione di Bach. Poi il terzetto di brani Idaho, Don’t Blame Me e la Moose the Mooche di Charlie Parker, arricchiti dalla presenza di un Curtis Fuller in gran forma.

Bud! The Amazing Powell (Vol. 3) è incluso nel terzo disco (di quattro in totale) del meraviglioso box set The Complete Blue Note and Roost Recordings, dedicato al pianista nel 1994 ed è stato rimasterizzato digitalmente dagli studi di Rudy Van Gelder nel 2001, entrando ufficialmente nella RVG Edition Series della Blue Note.

TRACK LIST:
Tutte le composizioni sono di Powell, tranne dove indicato diversamente.

  1. Some Soul – 6:56
  2. Blue Pearl – 3:46
  3. Frantic Fancies – 4:50
  4. Bud on Bach – 2:30
  5. Keepin’ in the Groove – 2:53
  6. Idaho (J. Stone) – 5:14
  7. Don’t Blame Me (J. McHugh, D. Fields) – 7:31
  8. Moose the Mooche (C. Parker) – 5:45
  9. Blue Pearl [alternate take] – 4:03

MUSICISTI:

  • Bud Powell – Piano
  • Curtis Fuller – Trombone (tracce 6-8)
  • Paul Chambers – Contrabbasso (eccetto traccia 4)
  • Art Taylor – Batteria (eccetto traccia 4)

Hank Mobley | Soul Station

Con una serie di importanti lavori all’attivo e giusto nel mezzo della sua carriera musicale, il sassofonista Hank Mobley saluta il nuovo decennio, gli sfolgoranti anni ’60, con Soul Station, album che il tempo rivelerà essere uno dei suoi più celebri (insieme al successivo Roll Call). Registrato in un’unica sessione il 7 febbraio del 1960, e pubblicato nello stesso anno dalla Blue Note, questo disco è profondamente radicato nello stile hard bop e si avvale di un meraviglioso quartetto che vede oltre allo stesso Mobley al sax tenore, anche Art Blakey alla batteria (già compagno di scorribande nei Jazz Messengers) e due futuri sidemen del quintetto di Miles Davis: Wynton Kelly al piano e Paul Chambers al contrabbasso.

La scaletta dei brani prevede due noti standard, la Remember di Irving Berlin e la If I Should Lose You di Ralph Rainger e Leo Robin, e quattro nuove composizioni originali di Mobley. Tra queste ultime vanno ricordate sicuramente il blues ritmato e rilassante della title track, l’uptempo This I Dig of You e Dig Dis, brano fondamentale della discografia del sassofonista.
Ma p
er capire quanto sia davvero importante questo disco per Mobley, basta sapere che il critico Bob Blumenthal, nelle note all’edizione in CD (la Rudy Van Gelder Edition del marzo 1999), scrisse che Soul Station rappresentava per il suo autore, quello che Saxophone Colossus o Giant Steps rappresentarono rispettivamente per Sonny Rollins o John Coltrane, definendo la scaletta di questi sei brani comeuno dei migliori programmi mai musicali registrati dalla Blue Note o da qualsiasi altra etichetta“.

Mobley suona con maestria per tutta la durata del disco e lo fa senza essere troppo appariscente, lasciando il giusto e dovuto spazio di lavoro ai suoi sidemen. E a tal proposito, la critica Stacia Proefrock del sito AllMusic, scrive:

“La solidità della sua tecnica gli permette di trattare materiali che sono talvolta ritmicamente intricati, mantenendo comunque una rotondità e un calore mostrati dai migliori musicisti dell’era swing.”

Spesso ingiustamente trascurato (mai riconosciuto come un grande innovatore nel jazz, ma semplicemente come un brillante performer), Hank Mobley fu a lungo uno dei musicisti più sottovalutati dell’epoca bop.
Il suono pulito e “per tutti” che traspare da questa tracklist, rende Soul Station uno tra i migliori (se non IL migliore) tra i suoi album e rappresenta un vero e proprio picco durante un periodo particolarmente forte della sua carriera.

TRACKLIST:
Tutte le composizioni sono di Mobley, tranne dove indicato diversamente.

  1. Remember (I. Berlin) – 5:41
  2. This I Dig of You – 6:25
  3. Dig Dis – 6:08
  4. Split Feelin’s – 4:55
  5. Soul Station – 9:06
  6. If I Should Lose You (R. Rainger, L. Robin) – 5:08

MUSICISTI:

  • Hank Mobley – Sax tenore
  • Wynton Kelly – Piano
  • Paul Chambers – Contrabbasso
  • Art Blakey – Batteria

Lee Morgan vol. 3

Lee Morgan Vol. 3 è l’ultima di una serie di sessioni che un giovanissimo Lee Morgan (all’epoca appena 18enne) registrò nel 1957, anno fondamentale, per il trombettista americano, in quanto nella sua musica risultò dominante una vena hard bop che da quel momento avrebbe travolto il panorama jazz moderno.

Pubblicato dalla Blue Note come terzo album da solista, per questo Vol. 3, Morgan preferì suonare in sestetto, avvalendosi della collaborazione di Benny Golson al sax tenore, Gigi Gryce al sax alto e al flauto, Wynton Kelly al piano, Paul Chambers al contrabbasso e Charlie Persip alla batteria, dimostrando di avere le idee ben chiare sui sidemen che voleva al suo fianco (Kelly e Chambers vennero scelti per via della loro fresca collaborazione sulle prime sessioni registrate da John Coltrane e Miles Davis insieme, mentre a Golson, all’epoca già considerato un veterano nonostante avesse solo 28 anni, venne chiesto di occuparsi anche dell’intera scrittura del disco).

L’album si apre con Hasaan’s Dream, il brano più insolito in scaletta, dove il flauto di Gryce in apertura dona alla composizione, principalmente bop, un’atmosfera vagamente araba. Domingo è costellata da sapori latini ed energizzata dal trio di fiati, assoluto protagonista.
La malinconica I Remember Clifford è il tributo che Morgan e Golson vollero dedicare a Clifford Brown, scomparso meno di un anno prima. Questa versione originale, definita dalla critica come “immortale”, diverrà un notissimo standard e Golson e Morgan stessi la suoneranno l’anno successivo anche con i Jazz Messengers di Art Blakey.
La complessa Mesabi Chant, che sembra fosse ispirata alle sterili pianure del Minnesota, spiega perché fossero considerate emergenti le idee di Golson e testimonia quanto effettivamente si trattasse di un compositore jazz unico nel suo genere.
Tip-Toeing, infine, è un brano intriso di blues, arricchito dal drumming di Persip che tiene banco e da alcuni meravigliosi assolo di Golson e Morgan.

Lee Morgan

Quella di Lee Morgan vol. 3 è una sessione composta e rilassata, suonata da un ensemble stellare, che rappresenta una delle migliori registrazioni iniziali della carriera di Morgan.

Tracklist:
Tutte le composizioni sono di Benny Golson.

  1. Hasaan’s Dream – 8:44
  2. Domingo – 9:22
  3. I Remember Clifford – 7:07
  4. Mesabi Chant – 6:09
  5. Tip-Toeing – 6:39
    Bonus track nella versione in CD:
  6. Tip-Toeing [Alternate Take] – 6:40

Musicisti:

  • Lee Morgan – Tromba
  • Benny Golson – Sax tenore
  • Gigi Gryce – Sax alto, Flauto
  • Wynton Kelly – Piano
  • Paul Chambers – Contrabbasso
  • Charlie Persip – Batteria

Red Garland | A Garland of Red

a garland of red

Nel mezzo della sua esperienza come sideman per la prima formazione del quintetto di Miles Davis (con il quale stava registrando il noto quartetto di album per la Prestige Workin’, Steamin’, Cookin’ e Relaxin’) e poco prima di formare il proprio trio, il pianista Red Garland debuttò anche come solista con l’album A Garland of Red. Sette celebri standard e un originale in scaletta, registrati il 17 agosto del 1956 e pubblicati poi dalla stessa Prestige.

Ritroviamo qui un Garland trentatreenne che, all’epoca di questa sua prima registrazione come leader, aveva già uno stile pianistico distintivo e completamente formato da numerose esperienze. Per questa occasione sceglie di suonare in trio avvalendosi della collaborazione di Paul Chambers al contrabbasso (con lui negli album di Davis sopra citati) e di Art Taylor alla batteria. Ma è lui stesso, in particolare, ad apparire in forma smagliante e sicuro dei propri mezzi, dimostrando quanto potesse sembrare rilassato anche a ritmi molto più sostenuti, come nel caso della bellissima interpretazione dello standard di Charlie Parker Constellation. Va sottolineata poi l’armoniosa interazione del trio, probabilmente al suo apice nel brano Blue Red (unico originale composto da Garland) che chiude placidamente l’intero album.

Red Garland

Le sessioni che Garland registrò, da sideman e da leader, durante tutto il periodo tra il ’56 e il ’62 furono davvero frequenti. Tra quelle, secondo la critica, tutte le registrazioni in trio valgono l’ascolto. E A Garland of Red non fa certo eccezione.

Tracklist:

  1. A Foggy Day (G. Gershwin, I. Gershwin) – 4:51
  2. My Romance (L. Hart, R. Rodgers) – 6:51
  3. What Is This Thing Called Love? (C. Porter) – 4:53
  4. Makin’ Whoopee (W. Donaldson, G. Kahn) – 4:15
  5. September in the Rain (A. Dubin, H. Warren) – 4:48
  6. Little Girl Blue (L. Hart, R. Rodgers) – 5:07
  7. Constellation (C. Parker) – 3:31
  8. Blue Red (R. Garland) – 7:38

Musicisti:

  • Red Garland – Piano
  • Paul Chambers – Contrabbasso
  • Art Taylor – Batteria

Tina Brooks | Back to the Tracks

back to the tracks

Pubblicato postumo solo nel gennaio del 1998 dalla Blue Note (grazie a Rudy Van Gelder che decise di pubblicare l’intera sessione nella sua interezza), Back to the Tracks è un album hard bop del sassofonista Tina Brooks registrato originariamente nel 1960 (ma alcune delle tracce di quella sessione hanno fatto la loro prima apparizione nel box set in quattro vinili della Mosaic Records intitolato The Complete Blue Note Recordings of The Tina Brooks Quintets).
Back to the Tracks
vanta le performance di un cast stellare che oltre a Brooks comprende Blue Mitchell alla tromba, Kenny Drew al piano, Paul Chambers al contrabbasso e Art Taylor alla batteria. Guest star d’eccezione, Jackie McLean al sax alto (su una sola traccia) che volle ricambiare l’affiatamento che questo gruppo di musicisti mise nella sessione
di registrazione dell’album Jackie’s Bag, registrato solo un mese prima.

Come fu per Minor Move, quindi, la sessione squisitamente hard bop di Back to the Tracks rimase inedita per oltre 20 anni. E la cosa suona abbastanzacuriosa, visto che si parla di un album dove ogni musicista ha la possibilità di brillare vivacemente con i propri assolo, così come nelle interazioni di gruppo. Anche se Brooks rimane in ogni caso al centro dell’attenzione con il suo stile straordinariamente fluido ed elegante capace qui, come altrove, di arricchire i brani con improvvisazioni bop chiare e veloci.

tina brooks
La scaletta è composta da cinque pezzi: tre originali composti dallo stesso bandleader (Back to the Tracks, Street Singer e The Blues and I) e due standard (For Heaven’s Sake e The Ruby and the Pearl) che non fanno altro che confermare il sassofonista come uno dei più interessanti strumentisti e compositori in giro all’epoca.

Ascoltando quest’album è impossibile capire, una volta di più, perché questa sessione sia rimasta in un magazzino ad invecchiare, invece di essere rilasciata e riconosciuta per quello che era: un autentico gioiellino hard bop dei primi anni ’60.

Tracklist:
Tutte le composizioni sono di Brooks, tranne dove indicato diversamente. Tutte le tracce sono state registrate il 20 ottobre del 1960, eccetto traccia 2 (1 settembre stesso anno).

  1. Back to the Tracks – 8:03
  2. Street Singer – 10:21
  3. The Blues and I – 8:55
  4. For Heaven’s Sake (E. Bretton, S. Edwards, D. Meyer) – 6:05
  5. The Ruby and The Pearl (J. Livingston, R. Evans) – 5:08

Musicisti:

  • Tina Brooks – Sax tenore
  • Jackie McLean – Sax alto (traccia 2)
  • Blue Mitchell – Tromba
  • Kenny Drew – Piano
  • Paul Chambers – Contrabbasso
  • Art Taylor – Batteria

Red Garland Trio | All Kinds of Weather

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Registrato il 27 novembre del 1958, e pubblicato dalla Prestige Records nello stesso anno, All Kinds of Weather è un album del pianista jazz Red Garland che si avvale qui della collaborazione di Paul Chambers al contrabbasso e Art Taylor alla batteria.
Garland, che amava esibirsi in trio, in questo preciso periodo storico trova in Chambers e Taylor una configurazione tra le migliori della sua carriera musicale e tra le più “operative”. Basti pensare al meraviglioso John Coltrane with the Red Garland Trio, registrato solo qualche mese prima di questo, o agli altri due album registrati durante lo stesso anno, Can’t See for Lookin’ (nel quale esordì ufficialmente questa formazione, ma che fu pubblicato solo nel ’63) e The Red Garland Trio (noto anche con il titolo Moodsville Volume 6, registrato sempre nel novembre del ’58).

Rain, Summertime, Stormy Weather, Spring Will Be a Little Late This Year, Winter Wonderland e ‘Tis Autumn. Questi i sei pezzi in scaletta incentrati tematicamente, come da titolo, sulle stagioni e il tempo. Sono brani, standard noti e meno noti, che il trio all’opera riesce ad esplorare attraverso melodie oscillanti e incantevoli interpretazioni.

red garland

Lo stile di Garland, coerente soprattutto nella sua musica di metà e fine anni ’50, rende tutte le sue sessioni registrate per la Prestige immancabili per ogni buon appassionato di jazz. E All Kinds of Weather è forse una delle meritevoli.

Tracklist:

  1. Rain (E. Ford, A. Morgan, A. Swanstrom) – 4:14
  2. Summertime (G. Gershwin, I. Gershwin, D. Heyward) – 4:43
  3. Stormy Weather (H. Arlen, T. Koehler) – 10:35
  4. Spring Will Be a Little Late This Year (F. Loesser) – 5:42
  5. Winter Wonderland (F. Bernard, D. Smith) – 5:21
  6. ‘Tis Autumn (H. Nemo) – 9:08

Musicisti:

  • Red Garland – Piano
  • Paul Chambers – Contrabbasso
  • Art Taylor – Batteria

Sonny Clark Trio [1957]

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Sonny Clark Trio è il quinto album in studio del pianista jazz americano, registrato il 13 ottobre del 1957 e pubblicato dalla Blue Note Records nello stesso anno. Il disco non va confuso con quello omonimo (ma noto anche con il titolo Blues Mambo) pubblicato dalla Time Records tre anni più tardi, nel 1960.

L’album raccoglie alcuni tra i più brillanti materiali hard bop del pianista della fine degli anni ’50, arricchiti da una sezione ritmica di supporto tra le più dotate di quel periodo. Paul Chambers al contrabbasso e Philly Joe Jones alla batteria avevano infatti pochi eguali, sia da accompagnatori che da solisti.
In scaletta troviamo in tutto sei standard noti tra cui la Be-Bop e la Two Bass Hit di Dizzy Gillespie (esemplari qui le esecuzioni quasi frenetiche di Clark al piano), intervallate dalla placida I Didn’t Know What Time It Was di Hart e Rodgers e dalla Tadd’s Delight di Tadd Dameron. Chiudono il disco i brani Softly as in a Morning Sunrise, i cui tempi rilassati sono dettati dall’impeccabile batteria di Jones, e la nostalgica I’ll Remember April suonata eccezionalmente dal solo Clark che decide di dar sfogo a tutta la ricchezza di fraseggio di cui è capace.

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Un ensemble composto da Chambers, Jones e Clark, quest’ultimo già allora considerato tra i pianisti più inventivi sulla piazza, interprete magistrale di ballate e geniale esecutore di assolo scanditi da dinamiche up-tempo, non poteva che dare vita ad un meraviglioso album come questo, fiore all’occhiello di tutti gli appassionati del jazz hard bop.

Tracklist:
Oltre ai sei brani dell’album, nella versione in CD del 2008 sono presenti tre bonus tracks (take alternativi di brani già presenti nella versione originale), mentre in una successiva rimasterizzazione distribuita nel 2013 sono state aggiunte due ulteriori tracce bonus (tra cui la bellissima Blues in the Night, a cui Clark dedicherà un album omonimo nel 1979).

  1. Be-Bop (D. Gillespie) – 9:52
  2. I Didn’t Know What Time It Was (L. Hart, R. Rodgers) – 4:20
  3. Two Bass Hit (D. Gillespie, J. Lewis) – 3:42
  4. Tadd’s Delight (T. Dameron) – 6:00
  5. Softly as in a Morning Sunrise (S. Romberg, O. Hammerstein II) – 6:31
  6. I’ll Remember April (D. Raye, G. DePaul, P. Johnston) – 4:52
    Bonus tracks nella versione in CD (2008):
  7. I Didn’t Know What Time It Was [Alternate Take] (L. Hart, R. Rodgers) – 4:18
  8. Two Bass Hit [Alternate Take] (D. Gillespie, J. Lewis) – 3:59
  9. Tadd’s Delight [Alternate Take] (T. Dameron) – 5:01
    Bonus tracks nella versione in CD (2013):
  10. Gee Baby, Ain’t I Good to You? [Alternate Take] (A. Razaf, D. Redman) – 4:18
  11. Blues in the Night [Alternate Take] (H. Arlen, J. Mercer) – 3:59

Musicisti:

  • Sonny Clark – Piano
  • Paul Chambers – Contrabbasso (eccetto traccia #6)
  • Philly Joe Jones – Batteria (eccetto traccia #6)