Hank Mobley | Dippin’

dippin'

Il catalogo Blue Note del sassofonista Hank Mobley è ricco di capolavori grandi e piccoli e Dippin’ (registrato il 18 giugno del 1965 e pubblicato l’anno successivo dall’etichetta) non fa certo eccezione. C’è da tenere in cosiderazione che è stato registrato in un periodo, gli anni ’60, che è uno dei più belli e prolifici per Mobley. Anni che in particolare hanno rivelato la profondità e la dimensione della sua composizione armonica.

Oltre allo stesso Mobley al sax tenore, la band, un quintetto, vede all’opera Lee Morgan alla tromba, Harold Mabern al piano, Larry Ridley al contrabbasso e Billy Higgins alla batteria.
Dippin’ raccoglie quattro originali composti da Mobley e due standard. Si apre con The Dip, pezzo da otto minuti che mette sotto la luce dei riflettori l’ottima prima linea a due corni dove comincia, sin dalle prime note, l’intesa che sfiora la perfezione tra il bandleader e Morgan. In Recado Bossa Nova, scritta da Djalma Ferreira, la band si muove al di fuori della propria usuale zona ritmica per esplorare una bossa nova dalla composizione vivace e godibile (e te lo dice uno che non impazzisce per il genere). Tra gli altri, da segnalare, la
ballata I See Your Face Before Me dove Mobley suona tenendo toni bassi e fumosi (alla Ben Webster, tanto per intenderci), la breve ma sostenuta The Break Through o il bel lavoro svolto dalla sezione ritmica (in particolare da Higgins) sul pezzo che chiude l’album, Ballin’.

hank mobley

Le linee blues che esprimono i fiati e le linee eleganti che spingono la melodia in territori diversi, tra il pop e l’hard bop, rendono questa sessione una testimonianza perfetta delle note capacità di Mobley come bandleader e compositore.

Tracklist:
Tutte le composizioni sono di Mobley, tranne dove indicato diversamente.

  1. The Dip – 7:57
  2. Recado Bossa Nova (L. Antonio, D. Ferreira) – 8:13
  3. The Break Through – 5:51
  4. The Vamp – 8:21
  5. I See Your Face Before Me (A. Schwartz, H. Dietz) – 5:29
  6. Ballin’ – 6:49

Musicisti:

  • Hank Mobley – Sax tenore
  • Lee Morgan – Tromba
  • Harold Mabern, Jr. – Piano
  • Larry Ridley – Contrabbasso
  • Billy Higgins – Batteria

Charlie Haden | Quartet West

Quartet West

Registrato nella doppia sessione del 22 e 23 dicembre del 1986 e pubblicato dalla Verve l’anno successivo, nel 1987, in Quartet West nasce e debutta l’ensemble omonimo fondato dal contrabbassista jazz Charlie Haden, con Ernie Watts al sax soprano, alto e tenore, Alan Broadbent al piano e Billy Higgins alla batteria.

Haden, che all’epoca era già noto come contrabbassista d’avanguardia grazie alle sue collaborazioni con la band di Ornette Coleman e con la Liberation Music Orchestra, torna qui ad un suono più tradizionale e profondamente influenzato dal bop. Nonostante l’album non vada oltre certi confini stilistici, si assiste ad una serie di impressionanti prestazioni del bandleader e dal materiale in scaletta si nota tutto l’amore per gli arrangiamenti intricati già ampiamente esplorati in passato (in particolare proprio sui brani di Ornette Coleman, The Good Life e The Blessing).

Da sottolineare inoltre le tre composizioni originali dello stesso Haden, In the Moment, Bay City e Taney County (su tutte, la prima mette in mostra alcune complessità ritmiche e stilistiche riprese e riviste dai suoi precedenti lavori), la Hermitage del collega e conterraneo Pat Metheny (entrambi del Missouri e già collaboratori, proprio con Coleman, sull’album Song X) e la Passport di Charlie Parker da molti ritenuta la vera hit di questo disco.

charlie haden

Tracklist:
Tutte le composizioni sono di Haden, tranne dove indicato diversamente.

  1. Hermitage (P. Metheny) – 7:59
  2. Body and Soul (F. Eyton, J. Green, E. Heyman, R. Sour) – 6:19
  3. The Good Life (O. Coleman) – 4:39
  4. In the Moment – 6:06
  5. Bay City – 6:46
  6. My Foolish Heart (N. Washington, V. Young) – 6:47
  7. Passport (C. Parker) – 4:45
  8. Taney County – 7:39
    Bonus tracks nella versione in CD:
  9. The Blessing (O. Coleman) – 5:50
  10. Passion Flower (B. Strayhorn) – 4:53

Musicisti:

  • Charlie Haden – Contrabbasso
  • Ernie Watts – Sax soprano, Sax alto, Sax tenore
  • Alan Broadbent – Piano
  • Billy Higgins – Batteria

Lee Morgan | The Procrastinator

the procrastinator

The Procrastinator è un doppio album del trombettista jazz Lee Morgan che raccoglie brani registrati tra il 1967 e il 1969 ma pubblicato postumo dalla Blue Note Records solo nel 1978. Il disco offre le solide performance di un doppio sestetto all star nel quale, oltre allo stesso Morgan, compaiono anche Wayne Shorter e George Coleman al sax tenore, Bobby Hutcherson al vibrafono, Herbie Hancock e Harold Mabern al piano, Julian Priester al trombone, Ron Carter e Walter Booker al contrabbasso e Billy Higgins e Mickey Roker alla batteria.

La tracklist comprende brani registrati in tre diverse sessioni registrate nel luglio 1967 e nel settembre e ottobre 1969 e fa parte di un programma di ristampe che la stessa Blue Note operò appunto sei anni dopo la precoce scomparsa di Morgan, nel 1972 (The Procrastinator fu proprio il primo della serie, seguito negli anni successivi da Sonic Boom, Tom Cat, Taru e Infinity).

Detto questo, e visto il cast all’opera, risulta quantomeno sorprendente che quest’album non fosse stato distribuito all’epoca della sua registrazione. I temi musicali spaziano dal funky all’hard bop e in tutti viene concesso ampio spazio alle esplorazioni e agli assolo dei vari musicisti.

lee morgan

Tracklist:
Tutte le composizioni sono di Morgan, tranne dove indicato diversamente. Tutti i brani sono stati registrati nelle sessioni del 14 luglio 1967 (tracce 1-6), del 12 settembre 1969 (tracce 8- 9, 13) e dell’ottobre dello stesso anno (tracce 7, 10-12).

Disco 1

  1. The Procrastinator – 8:06
  2. Party Time – 6:01
  3. Dear Sir (W. Shorter) – 6:55
  4. Stop Start – 6:12
  5. Rio (W. Shorter) – 6:11
  6. Soft Touch – 7:02

Disco 2

  1. Free Flow (G. Coleman) – 4:50
  2. Stormy Weather – (H. Arlen, T. Koehler) – 5:44
  3. Mr. Johnson (H. Mabern) – 6:11
  4. The Stroker (J. Priester) – 5:47
  5. Uncle Rough (H. Mabern) – 5:35
  6. Claw-Til-Da (M. Roker) – 3:07
  7. Untitled Boogaloo – 5:40

Musicisti:

Tracce 1-6:

  • Lee Morgan – Tromba
  • Wayne Shorter – Sax tenore
  • Bobby Hutcherson – Vibrafono
  • Herbie Hancock – Piano
  • Ron Carter – Contrabbasso
  • Billy Higgins – Batteria

Tracce 7-13:

  • Lee Morgan – Tromba
  • Julian Priester – Trombone
  • George Coleman – Sax tenore
  • Harold Mabern – Piano
  • Walter Booker – Contrabbasso
  • Mickey Roker – Batteria

Donald Byrd | Royal Flush

royal flush

Royal Flush è un album del trombettista americano Donald Byrd registrato nel 1961 e pubblicato nello stesso anno dalla Blue Note Records. Il disco è realizzato in collaborazione con il sassofonista Pepper Adams e il quintetto all’opera vede anche Herbie Hancock al piano, Butch Warren al contrabbasso e Billy Higgins alla batteria. Royal Flush è noto anche perché raccoglie la prima sessione di registrazione di Hancock per la Blue Note.

All’inizio degli anni ’60, Donald Byrd era all’apice della sua carriera come band leader e alle spalle contava numerose sessioni straordinariamente solide per la Blue Note molto apprezzate da pubblico e critica. Royal Flush non fa eccezione. Qui Byrd si ritrovò ancora una volta a lavorare con il sax baritono di Pepper Adams e trovò un validissimo e giovane sideman al piano chiamato Herbie Hancock. I brani in scaletta (quattro su sei sono composizioni originali di Byrd) raccolgono un hard bop vitale, ma anche un blues oscillante, Hush, e uno standard pop, I’m a Fool to Want You. Il gioco, però, si fa davvero interessante quando Byrd e la sua band cominciano a spingersi oltre i confini del bop, in particolare in tre dei brani originali del trombettista, Jorgie’s, Shangri-La6M’sarmonicamente complessi e dai ritmi divergenti. Tutti e tre i brani riscossero un certo successo, ma Shangri-La, in particolare, è rimasto uno dei pezzi più celebri di Byrd. Da sottolineare anche l’aggraziata Requiem, scritta invece da Hancock, che richiama l’attenzione su linee melodiche e ritmi fluidi.

donald byrd & herbie hancock

Durante tutta la sessione, Byrd e Adams suonano in modo impressionante, come già facevano da tempo, alternando una coralità incisiva ad assoli eleganti e puliti.

Tracklist:
Tutte le composizioni sono di Byrd, tranne dove indicato diversamente.

  1. Hush – 6:24
  2. I’m a Fool to Want You (J. Herron, F. Sinatra, J. Wolf) – 6:15
  3. Jorgie’s – 8:07
  4. Shangri-La – 6:37
  5. 6M’s – 6:30
  6. Requiem (H. Hancock) – 7:07

Musicisti:

  • Donald Byrd – Tromba
  • Pepper Adams – Sax baritono
  • Herbie Hancock – Piano
  • Butch Warren – Contrabbasso
  • Billy Higgins – Batteria

Qui sotto i brani Hush e Shangri-La, mentre qui puoi ascoltare l’intero album su Grooveshark.

Lee Morgan | Search for the New Land

search for the new land

Search for the New Land è un album del trombettista Lee Morgan registrato in una sessione del 15 febbraio 1964. Il disco fu poi messo da parte e pubblicato dalla Blue Note solo due anni più tardi, nel 1966, e viene definito dal critico jazz Scott Yanow come uno dei dischi più belli Lee Morgan“.

Considerato più astratto rispetto al suo più popolare predecessore The Sidewinder (registrato però nello stesso periodo), in Search for the New Land in effetti Morgan dà vita a cinque composizioni originali ed impegnative che meriterebbero molta più attenzione e ad un prestigiosissimo sestetto che oltre a lui comprende anche Wayne Shorter al sax tenore, Grant Green alla chitarraHerbie Hancock al piano, Reggie Workman al contrabbasso e Billy Higgins alla batteria.
Tutti in forma smagliante e particolarmente creativa, tutti all’opera sui confini estremi di un hard bop squisito e il risultato è un insieme coerente e stimolante che invoglia a ripetuti ascolti. Inoltre, fulgido esempio di come il grande trombettista volesse estendere la proprio musica in un jazz più moderno, la lunghissima title track che apre l’album è un brano medidativo che invece di veicolare gli assolo bop per cui Morgan era noto, è suddiviso in movimenti classici in linea con i toni più spirituali del Coltrane dell’epoca.

Tracklist:
Tutte le composizioni sono di Lee Morgan.

  1. Search for the New Land – 15:45
  2. The Joker – 5:04
  3. Mr. Kenyatta – 8:43
  4. Melancholee – 6:14
  5. Morgan the Pirate – 6:30

Musicisti:

  • Lee Morgan – Tromba
  • Wayne Shorter – Sax tenore
  • Herbie Hancock – Piano
  • Grant Green – Chitarra
  • Reggie Workman – Contrabbasso
  • Billy Higgins – Batteria

Qui sotto, la title track, mentre qui puoi ascoltare l’album completo su Grooveshark.

Horace Parlan | Happy Frame of Mind

happy frame of mind

Happy Frame of Mind è il settimo album del pianista jazz Horace Parlan nato da una sessione registrata il 15 febbraio del 1963 ma pubblicato dalla Blue Note Records solo nel 1986. I vari brani furono inseriti nel 1976 come parte del doppio album Back from the Gig accreditato al solo sassofonista Booker Ervin e solo successivamente pubblicati integralmente come disco di Parlan.

In quest’album trovi un Parlan che cerca di divincolarsi da quello stesso hard bop diventato suo marchio di fabbrica, per muoversi verso un territorio più post-bop e avventuroso. Il sestetto di prim’ordine che lo accompagna è composto anche da Johnny Coles alla tromba, Booker Ervin al sax tenore, Grant Green alla chitarra, Butch Warren al contrabbasso e Billy Higgins alla batteria. Nella tracklist troviamo lo standard Home is Africa (composto dal contrabbassista jazz Ronnie Boykins, noto soprattutto per le sue collaborazioni con Sun Ra) e Kucheza Blues (del pianista e compositore giamaicano Randy Weston), i due originali di Parlan, Back from the Gig e la title track Happy Frame of Mind, quello di Ervin, A Tune for Richard, e infine la composizione di Coles, Dexi.

horace parlan

Parlan produce e dirige una musica provocatoria e decisamente fondata su sonorità soul e blues, lanciandosi in difficili improvvisazioni e lasciando ai vari sideman altrettanto spazio. Nessuno di loro si spinge oltre certi limiti, ma tutti cercano di conferire svolte imprevedibili ai propri assolo (come raramente è successo nei precedenti lavori di Parlan). E forse è proprio questo il motivo per cui Happy Frame of Mind è stato “rinvenuto” in ritardo dai caveau della Blue Note (e riconosciuto ancor più in ritardo come opera stessa di Parlan). Fortunatamente questo disco si è anche rivelato, con il passare del tempo, come una delle iniziative di maggior successo del pianista, cavalcando a meraviglia una perfetta via di mezzo tra un jazz più accessibile e un jazz più brillante e dinamico.

Tracklist:
Tutte le composizioni sono di Parlan, tranne dove indicato diversamente.

  1. Home Is Africa (R. Boykins) – 6:14
  2. A Tune for Richard (B. Ervin) – 5:44
  3. Back from the Gig – 5:58
  4. Dexi (J. Coles) – 5:57
  5. Kucheza Blues (R. Weston) – 6:10
  6. Happy Frame of Mind – 8:49

Musicisti:

  • Horace Parlan – Piano
  • Johnny Coles – Tromba
  • Booker Ervin – Sax tenore
  • Grant Green – Chitarra (eccetto traccia 5)
  • Butch Warren – Contrabbasso
  • Billy Higgins – Batteria

Jackie McLean | Let Freedom Ring

let freedom ring

Registrato nella sessione del 19 marzo 1962, e pubblicato dalla Blue Note Records nello stesso anno, Let Freedom Ring è un album del sassofonista Jackie McLean, riconosciuto come uno dei suoi capolavori assoluti dalla critica specializzata. Accompagnato da Walter Davis jr. al piano, Herbie Lewis al contrabbasso e Billy Higgins alla batteria, McLean scrive tre delle quattro composizioni: Melody for Melonae è dedicata a sua figlia ed è la reinterpretazione di un brano intitolato Melanie Pts. 1-3 che scrisse per Matador, un album del trombettista Kenny Dorham pubblicato quello stesso anno. E dopo la ballata di Bud Powell I’ll Keep Loving You, chiudono la tracklist i brani ReneOmega (dedicate invece rispettivamente al figlio e alla madre di McLean) sono due brani blues-oriented. Il primo presenta struttura e armonia tipiche del blues in 12 misure, mentre il secondo viaggia in bilico tra il modale e l’astratto.

Riconosciuto fino a quel momento come solista molto emotivo, McLean fu in effetti tra i primi veterani hard bop a cercare una nuova strada orientata ad un’estetica da jazz d’avanguardia che lo stesso sassofonista riuscì a dimostrare essere una valida strada da seguire, riuscendo a “convertire” i membri della vecchia guardia e convincendoli che non si trattava solo di uno stile provinciale da emarginati radicali. Avendo quindi già sperimentato le modalità angolari di Coltrane e le scale libere da “preconcetti” di Coleman (vedi il successivo album One Step Beyond), Let Freedom Ring è il lavoro di riferimento dove McLean ha messo insieme tutte queste influenze, inaugurando di fatto l’era dei modernisti alla Blue Note.

Tracklist:
Tutte le composizioni sono di McLean, tranne dove indicato diversamente.

  1. Melody for Melonae – 13:24
  2. I’ll Keep Loving You (B. Powell) – 6:18
  3. Rene – 10:03
  4. Omega – 8:31

Musicisti:

  • Jackie McLean – Sax alto
  • Walter Davis Jr. – Piano
  • Herbie Lewis – Contrabbasso
  • Billy Higgins – Batteria

Lee Morgan | The Rajah

the rajah

The Rajah è un album del trombettista Lee Morgan nato da una sessione registrata il 29 novembre 1966, ma pubblicato dalla Blue Note Records solo nel 1984 (la sessione perduta fu ritrovata dal discografico Michael Cuscuna negli archivi dell’etichetta, proprio nel ’66). Nel disco, Morgan viene accompagnato da musicisti di primissimo livello: Hank Mobley al sax tenore, Cedar Walton al piano, Paul Chambers al contrabbasso e Billy Higgins alla batteria.

L’album è composto dalla title track, unica composizione originale firmata dallo stesso Morgan e brano più lungo in tracklist, dagli standard A Pilgrim’s Funny Farm di Cal Massey, Is That So? di Duke Pearson e la Davisamba di Walter Davis e da un paio di sorprendenti melodie poppeggianti, What Not My Love e la meravigliosa Once in My Lifetime. Perfettamente eseguite dal quintetto in questione, la maggior parte delle sonorità ricorda quelle dei Jazz Messengers di Art Blakey per una bellissima sessione di Lee Morgan che, secondo la critica specializzata, gli appassionati di hard bop non possono non conoscere.

Tracklist:
La Blue Note ha riversato l’album in digitale solo nel 1995 lasciando praticamente inalterata la scaletta originale.

  1. A Pilgrim’s Funny Farm (C. Massey) – 13:36
  2. The Rajah (L. Morgan) – 9:11
  3. Is That So? (D. Pearson) – 5:18
  4. Davisamba (W. Davis jr.) – 6:46
  5. What Now, My Love? (G. Bécaud) – 5:22
  6. Once in My Lifetime (L. Bricusse, A. Newley) – 5:47

Musicisti:

  • Lee Morgan – Tromba
  • Hank Mobley – Sax tenore
  • Cedar Walton – Piano
  • Paul Chambers – Contrabbasso
  • Billy Higgins – Batteria

Qui sotto puoi ascoltare i due brani che aprono e chiudono il disco, A Pilgrim’s Funny Farm e Once in My Lifetime, mentre qui è disponibile all’ascolto l’album completo su Grooveshark.

Lee Morgan | Cornbread

Cornbread

Cornbread è un album del trombettista jazz Lee Morgan registrato il 18 settembre 1965 presso i Van Gelder Studio di Englewood Cliffs, nel New Jersey, e pubblicato dalla Blue Note Records nello stesso anno. Questo disco vanta un cast davvero stellare che oltre allo stesso Morgan alla tromba, vede anche Herbie Hancock al piano, Jackie McLean al sax alto, Hank Mobley al sax tenore, Larry Ridley al contrabbasso e Billy Higgins alla batteria.

Cornbread offre un tipico set di brani di Morgan di metà anni ’60 composto da quattro originali e uno standard. La title track è un blues spavaldo che dona spazio soprattutto ai tre fiati, mentre per la bellissima Ceora (composizione originale di Morgan) McLean delinea una bossa nova dalla melodia boppeggiante. Our Man Higgins, per quanto riguarda gli assolo, è invece un’importante testimonianza delle differenze tra il modale e il blues. La versione dello standard Ill Wind di Koehler e Arlen è una ballata che si destreggia con agile pigrizia con un Morgan particolarmente ispirato dalla tromba con sordina e Most Like Lee è un piacevole blues oscillante contornato da sfumature swing.

La critica specializzata riconosce come memorabili tutti i brani di Cornbread in quanto si assiste alla piacevole esibizione di un talentuoso gruppo di stilisti e virtuosi dell’hard bop perfettamente complementari tra loro sulle interazioni. Un classico Blue Note tra i più consigliati.

Tracklist:
Tutte le composizioni sono di Morgan, tranne dove indicato diversamente.

  1. Cornbread – 9:03
  2. Our Man Higgins – 8:54
  3. Ceora – 6:23
  4. Ill Wind (Arlen, Koehler) – 7:59
  5. Most Like Lee – 6:49

Musicisti:

  • Lee Morgan – Tromba
  • Jackie McLean – Sax alto
  • Hank Mobley – Sax tenore
  • Herbie Hancock – Piano
  • Larry Ridley – Contrabbasso
  • Billy Higgins – Batteria

Qui sotto la title track che apre il disco e la ballata Ceora, mentre qui puoi ascoltare l’album completo su Grooveshark.

Grant Green | Feelin’ the Spirit

feelin the spirit

Feelin’ the Spirit è un album del chitarrista jazz Grant Green, pubblicato dalla Blue Note Records nel 1963 e composto esclusivamente di spirituals afro americani rivisti in chiave jazz. Per l’occsione Green mette insieme un quartetto d’eccezione che oltre lui comprende anche Herbie Hancock al piano, Butch Warren al contrabbasso e Billy Higgins alla batteria e con la partecipazione occasionale di Garvin Masseaux al tamburello. Mentre i toni di Green risultano chiari e fedeli ai temi originali (mai troppo complicati e sempre con un occhio di riguardo alle melodie), Hancock sostiene la band e risponde perfettamente alle esigenze di uno stile gospel luminoso e vibrante.

Apre il disco la disinvolta Just a Closer Walk with Thee dove chiatarra e piano lavorano con fervore appassionato, così come anche su Go Down Moses, dove gli strumentisti accarezzano soul e blues insieme. Nel complesso l’atmosfera è riflessiva grazie soprattutto alle interpretazioni del bandleader sui brani Joshua Fit the Battle of Jericho, Nobody Knows the Trouble I’ve SeenSometimes I Feel Like a Motherless Child, tese a rimarcare la sofferenza e il dolore celato dietro questi standard di genere. Questo non vuol dire che Feelin’ the Spirit è un album deprimente, ma piuttosto intriso di spirito blues, che è anche il motivo per il quale questi temi risultano sorprendentemente affascinanti nonostante la loro semplicità armonica.

Dalle note di copertina originali di Joe Goldberg:

“Green non ricrea i cinque spirituals, ma li reinterpreta tenendo fede agli originali, affrontando i temi con affetto, ma conferendo ad essi il proprio stile. Il risultato è una combinazione affascinante: le tecniche del modern jazz, del blues e del gospel, applicate allo spiritual”.

Tracklist:
il disco è stato registrato nell’unica sessione del 21 dicembre 1962 e rimasterizzato in digitale per la prima volta nel marzo del 2005 (inserito nella serie Rudy Van Gelder Edition pubblicata sempre dalla Blue Note) con l’aggiunta in scaletta della bonus track Deep River.

  1. Just a Closer Walk with Thee – 7:25
  2. Joshua Fit the Battle of Jericho – 8:00
  3. Nobody Knows the Trouble I’ve Seen – 6:05
  4. Go Down Moses – 7:25
  5. Sometimes I Feel Like a Motherless Child – 9:00
    Bonus track nella versione in CD:
  6. Deep River (H. Burleigh) – 8:53

Musicisti:

  • Grant Green – Chitarra
  • Herbie Hancock – Piano
  • Butch Warren – Contrabbasso
  • Billy Higgins – Batteria
  • Garvin Masseaux – Tamburello