Bobby Hutcherson | The Kicker

the kicker

The Kicker è un album che il vibrafonista americano Bobby Hutcherson registrò nella sessione del 29 dicembre del 1963, ma che la Blue Note pubblicò in edizione limitata solo trentasei anni dopo, alla fine del 1999.

Si può dire che questo disco, registrato in un periodo nel quale erano molto frequenti le collaborazioni tra Hutcherson e la Blue Note, è quasi diviso in due parti distinte.
Nella prima metà (lato A), il vibrafonista mette insieme tre brani autenticamente hard bop suonando in quintetto con Joe Henderson al sax tenore, Duke Pearson al piano, Bob Cranshaw al contrabbasso e Al Harewood alla batteria. Questa metà comincia con lo standard If Ever I Would Leave You che classicamente dovrebbe suonare come una ballata lenta, mentre Hutcherson e soci la trasformano qui in un energetico brano introduttivo di ben dieci minuti, e prosegue con Mirrors (composta originariamente dal batterista Joe Chambers che la registrò per la prima volta nel 1956) e For Duke P., un frizzante originale composto dallo stesso Hutcherson.

Nella seconda metà (lato B), al quintetto si aggiunge il chitarrista Grant Green che si ritaglia una fetta importante della scena, donando a tutti e tre i brani un’importante e solida base blueseggiante. Si parte con la primissima registrazione accreditata della bella The Kicker scritta da Joe Henderson, che divenne nota ben prima di questo rilascio perché inserita nella scaletta da Horace Silver nel suo album di grande successo Song for My Father del 1965. Si prosegue poi con un altro originale di Henderson, Step Lightly, della durata di ben quattordici minuti, e si chiude con la Bedouin del pianista Duke Pearson (e che Green si porterà dietro fino al 1979, inserendola nel suo album Matador).

bobby hutcherson

Pubblicato in edizione limitata all’interno della Blue Note Connoisseur Series, The Kicker risulta in verità un album dai toni pacati e piacevoli, ma in ogni caso tra i più interessanti di Hutcherson della prima metà degli anni ’60.

Tracklist:

  1. If Ever I Would Leave You (A. J. Lerner, F. Loewe) – 10:33
  2. Mirrors (J. Chambers) – 6:52
  3. For Duke P. (B. Hutcherson) – 7:54
  4. The Kicker (J. Henderson) – 6:07
  5. Step Lightly (J. Henderson) – 14:18
  6. Bedouin (D. Pearson) – 8:11

Musicisti:

  • Bobby Hutcherson – Vibrafono
  • Joe Henderson – Sax tenore
  • Duke Pearson – Piano
  • Grant Green – Chitarra (tracce 4-6)
  • Bob Cranshaw – Contrabbasso
  • Al Harewood – Batteria

Curtis Fuller’s Quintet with Benny Golson | Blues-ette

blues-ette

Blues-ette è un album nato dalla collaborazione tra il quintetto del trombonista americano Curtis Fuller e il sassofonista Benny Golson, registrato nella sessione unica del 21 maggio 1959 e pubblicato nello stesso anno dall’etichetta Savoy Records.

Questa rilassante e sublime sessione hard bop classica (così com’è definita dalla critica specializzata) è arricchita da un’intensità musicale raramente ascoltata altrove in quello stesso periodo. Il fatto che oltre allo stesso Fuller al trombone e a Golson al sax tenore, il quintetto comprenda anche Tommy Flanagan al piano, Jimmy Garrison al contrabbasso e Al Harewood alla batteria, ha nutrito l’idea che questo disco abbia fatto da prova del nove per quello che sarebbe diventato poi il celebre Art Farmer & Benny Golson Jazzset (nonostante l’assenza di Farmer), che l’anno successivo avrebbe pubblicato il proprio album di esordio (Meet the Jazzset).

Benny Golson & Curtis Fuller

Per tornare a Blues-ette, la sua brillantezza si manifesta non solo all’interno dei singoli assoli, ma anche nelle dinamiche che fanno del gruppo un vero e proprio collettivo che sembra già ampiamente rodato, dando l’impressione a chi ascolta che i vari pezzi in scaletta (sei in tutto, tra cui due composizioni originali a testa per Fuller e Golson e due standard) possano essere suonati per ore senza nessun calo di interessa da parte dei musicisti. Brani estremamente orecchiabili, quindi, molti dei quali diventeranno degli standard e che in un primo momento sembrano essere basati su composizioni semplici, ma che ad un secondo e più attento ascolto esplodono letteralmente in tutta la loro ricchezza. Menzione d’onore, in questo senso, alla meravigliosa track title impreziosita dagli intensi assolo dei due band leader.

Per quanto riguarda le prestazioni individuali, le performance sfornate in quest’album sono interessati e tra le migliori che i vari membri all’opera abbiano sfornato (nonostante le loro ricche discografie individuali). E anche per questo si dice che ogni collezione jazz che si rispetti risulti gravemente incompleta senza questo disco.

curtis fuller

Tracklist:
Tutte le composizioni sono di Fuller, tranne dove indicato diversamente.

  1. Five Spot After Dark (B. Golson) – 5:18
  2. Undecided (S. Robin, C. Shavers) – 7:09
  3. Blues-ette (C. Fuller) – 5:31
  4. Minor Vamp (B. Golson) – 5:12
  5. Love Your Spell Is Everywhere (E. Goulding, E. Janis) – 7:07
  6. Twelve-Inch (C. Fuller) – 6:28

Musicisti:

  • Curtis Fuller – Trombone
  • Benny Golson – Sax tenore
  • Tommy Flanagan – Piano
  • Jimmy Garrison – Contrabbasso
  • Al Harewood – Batteria

Booker Ervin | That’s It!

that's it

That’s It! è un album del sassofonista jazz Booker Ervin registrato nella sessione del 6 gennaio 1961 presso i Nola Penthouse Studios di New York per la Candid Records, particolare etichetta fondata da Archie Bleyer nel 1960 (e durata purtroppo solo otto mesi). In molti casi, i musicisti jazz e blues che registrarono per la Candid in quel periodo, erano ispirati e diretti in modo più creativo rispetto alla media e questo disco di Ervin non fa certo eccezione, arrivando anzi ad essere considerato uno dei lavori più rappresentativi dell’intero catalogo della casa di produzione (tra gli altri, quelli di Mingus, Eric Dolphy, Cecil Taylor o Steve Lacy).

Il sax tenore di Ervin ha sempre cercato un sound molto particolare e qui si è espresso al meglio, grazie anche ad un dinamico quartetto (che purtroppo, anche questo, durò troppo poco tempo) che oltre allo stesso Ervin comeprendeva anche Horace Parlan al piano, George Tucker al contrabbasso e Al Harewood alla batteria.
Tra i sei pezzi in scaletta, quattro dei quali composti dal bandleader, sono da sottolineare gli standard Poinciana e Speak Low, mentre tra gli originali il più noto è di sicuro Booker’s Blues, scandito da un repentino sax dal timbro brillante, dopo una quarantina di secondi di silenzio sporcato appena da qualche nota di contrabbasso.

Booker Ervin

Ervin morì purtroppo nel 1970 all’età di 39 anni, dopo una carriera discografica intensa ma durata meno di un decennio. I migliori sassofonisti tenore di quel periodo, artisti del calibro di Sonny Rollins o John Coltrane, erano caratterizzati da un tono e uno stile unici. E Booker Ervin, con il suo modo di suonare immediatamente riconoscibile, non faceva certo eccezione, riuscendo a sfoggiare sempre un tono graffiante e dinamico, energico e vitale. E in tal senso, That’s It! è un meraviglioso testimone.

Tracklist:
Tutte le composizioni sono di Ervin, tranne dove indicato diversamente.

  1. Mojo – 7:57
  2. Uranus – 4:32
  3. Poinciana (B. Bernier, N. Simon) – 8:04
  4. Speak Low (O. Nash, K. Weill) – 7:12
  5. Booker’s Blues – 10:59
  6. Boo – 4:32

Musicisti:

  • Booker Ervin – Sax tenore
  • Horace Parlan – Piano
  • George Tucker – Contrabbasso
  • Al Harewood – Batteria

Ike Quebec | Heavy Soul

heavy soul

Registrato il 26 novembre del 1961 e pubblicato dalla Blue Note nel marzo dell’anno successivo, Heavy Soul è l’album che segna il debutto come bandleader del sassofonista jazz Ike Quebec (se teniamo fuori dal discorso il disco From Hackensack to Englewood Cliffs, una compilation di pezzi che Quebec ha registrato prima del ’60, ma che è stato pubblicato per la prima volta solo nel 2000 dalla Blue Note).

Il sax tenore di Quebec è in forma eccellente in questi primi anni ’60 che per lui furono particolarmente cruciali e che racchiusero a tutti gli effetti, nei quattro anni che vanno dal ’59 al ’62, la maggior parte della sua carriera musicale (morì il 16 gennaio del 1963).
Tra collaborazioni prestigiose (con Sonny Clarke su Leapin’ and Lopin’, con Grant Green su Born to Be Blue e con Jimmy Smith su Open House) e i lavori da leader che sarebbero seguiti a pochi mesi di distanza uno dall’altro (It Might as Well Be Spring, Blue & Sentimental e Easy Living), si può affermare che se ne avesse avuto la possibilità, Quebec ci avrebbe sicuramente regalato altre bellissime testimonianze.

ike quebec

In ogni caso, in Heavy Soul il sassofonista imposta una serie di dichiarazioni ballad dal timbro caldo, oscillando su una ricca varientà di pezzi in midtempo. Il tutto servendosi di un quartetto adeguato che oltre a lui vede Freddie Roach all’organo, Milt Hinton al contrabbasso e Al Harewood alla batteria.
Infine c’è da sottolineare come gli standard Just One More Chance, The Man I Love o Nature Boy (quest’ultimo suonato solo da Quebec e Roach) rappresentino i picchi più alti di un disco importante come questo che il pregio di aver aperto una veloce ma intensa carriera da leader di un sassofonista tra i più interessanti sulla piazza in quel periodo.

Tracklist:
Tutte le composizioni sono di Quebec, tranne dove indicato diversamente.

  1. Acquitted – 5:38
  2. Just One More Chance (S. Coslow, A. Johnston) – 5:50
  3. Que’s Dilemma – 4:29
  4. Brother, Can You Spare a Dime? (J. Gorney, Y. Harburg) – 5:28
  5. The Man I Love (G. Gershwin, I. Gershwin) – 6:31
  6. Heavy Soul – 6:51
  7. I Want a Little Girl (M. Mencher, B. Moll) – 5:22
  8. Nature Boy (E. Ahbez) – 2:44
    Bonus track nella versione in CD:
  9. Blues for Ike (F. Roach) – 5:54

Musicisti:

  • Ike Quebec – Sax tenore
  • Freddie Roach – Organo (eccetto traccia 8)
  • Milt Hinton – Contrabbasso
  • Al Harewood – Batteria (eccetto traccia 8)

Horace Parlan | Movin’ & Groovin’

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Pubblicato nel 1960 dalla Blue Note, Movin’ & Groovin’ fu l’album che segnò il debutto come solista del pianista americano Horace Parlan.
Un lavoro impressionante, quello organizzato in questo disco, che sancisce sin da subito, e distintamente, il complesso stile bop di Parlan. Che per dimostrarlo si avvale qui di un trio che vede Sam Jones al contrabbasso e Al Harewood alla batteria.
La guida di Parlan, stilosa e puntuale, compatta a meraviglia il cast all’opera destreggiandosi in una tracklist composta da
blues boppeggianti e ballate liriche. Tra questi alcuni notissimi standard come On Green Dolphin Street, la C Jam Blues di Duke Ellington e la Bags’ Groove di Milt Jackson. Tra tutte, Parlan firma una sola composizione originale, la bellissima e ipnotica Up in Cynthia’s Room.

Per quanto riguarda il “suono” di Parlan, come afferma il critico Stephen Thomas Erlewine sul sito AllMusic:

“Se non fosse per l’approccio creativo agli accordi e un percussivo attacco da destra, sarebbe stato impossibile affermare che a Parlan mancassero due dita della mano destra dal momento che il suo modo di suonare risulta straordinariamente agile e fluido.”

La musica di questo trio oscilla letteralmente tra ballate lente e purissimo bop e il legame tra il bandleader e i suoi sidemen è quasi empatico. Questo il motivo principale per cui Movin’ & Groovin’ rappresenta l’incantevole e saporito debutto di un grande pianista.

horace parlan

Tracklist:

  1. C Jam Blues (B. Bigard, D. Ellington) – 5:13
  2. On Green Dolphin Street – (B. Kaper, N. Washington) – 5:30
  3. Up in Cynthia’s Room (H. Parlan) – 5:26
  4. Lady Bird (T. Dameron) – 5:03
  5. Bags’ Groove (M. Jackson) – 5:48
  6. Stella by Starlight (N. Washington, V. Young) – 6:04
  7. There Is No Greater Love (I. Jones, M. Symes) – 6:43
  8. It Could Happen to You (J. Burke, J. Van Heusen) – 3:18

Musicisti:

  • Horace Parlan – Piano
  • Sam Jones – Contrabbasso
  • Al Harewood – Batteria

Dizzy Reece | Comin’ On!

comin on

Comin’ On! è un album del trombettista di origini giamaicane Dizzy Reece, nato da due sessioni registrate nel 1960, e pubblicato dalla Blue Note solo nel 1999. Questo perché alla fine degli anni ’50 Reece non era ancora un musicista di successo e dopo qualche disco degno di nota (di Blues in Trinity ti ho già parlato) cadde presto nel dimenticatoio per un qualche tempo, tornando a registrare in modo occasionale solo dopo i primi anni ’60. Le due sessioni raccolte in Comin ‘On!, risalenti proprio a quel periodo, sono state quindi dimenticate per quasi quattro decenni, fino a quando proprio la Blue Note non le ha (fortunatamente) riscoperte.

Si tratta di tre standard e sei composizioni hard bop originali firmate dal trombettista. Le prime cinque tracce (quelle registrate durante la prima sessione del 3 Aprile 1960) hanno il pregio di documentare il debutto per la Blue Note del sassofonista Stanley Turrentine e di impiegare la talentuosa sezione ritmica dei Jazz Messengers dell’epoca con Bobby Timmons al piano, Jymie Merritt al contrabbasso e Art Blakey alla batteria. Mentre le ultime quattro tracce (seconda sessione del 17 luglio dello stesso anno) Turrentine e Reece condividono il palco con Musa Kaleem, al sax tenore e al flauto e con una sezione ritmica diversa ma altrettanto nutrita con Duke Jordan al piano, Sam Jones al contrabbasso e Al Harewood alla batteria.

Dizzy Reece

Comin On! raccoglie alcune delle più vivaci e interessanti sessioni di Reece, trombettista e compositore fin troppo sottovalutato.

Tracklist:
Tutte le composizioni sono di Reece, tranne dove indicato diversamente.

  1. Ye Olde Blues – 6:40
  2. The Case of the Frightened Lover – 5:42
  3. Tenderly (W. Gross, J. Lawrence) – 9:02
  4. Achmet – 8:28
  5. The Story of Love (C. E. Almarán) – 10:09
  6. Sands – 6:40
  7. Comin’ On – 6:44
  8. Goose Dance – 6:49
  9. The Things We Did Last Summer (S. Cahn, J. Styne) – 6:17

Musicisti:

Tracce #1-5

  • Dizzy Reece – Tromba, Conga
  • Stanley Turrentine – Sax tenore
  • Bobby Timmons – Piano
  • Jymie Merritt – Contrabbasso
  • Art Blakey – Batteria

Tracce #6-9

  • Dizzy Reece – Tromba, Conga
  • Stanley Turrentine – Sax tenore
  • Musa Kaleem – Sax tenore, Flauto
  • Duke Jordan – Piano
  • Sam Jones – Contrabbasso
  • Al Harewood – Batteria

Horace Parlan | Headin’ South

headin south

Headin’ South è il quarto album da bandleader del pianista jazz Horace Parlan registrato e nel 1960 e pubblicato dalla Blue Note. L’album raccoglie una brillante serie di brani blues e soul-jazz, ma Parlan aggiunge alla tracklist anche il suo repertorio standard dove riesce ad esprimersi al meglio grazie ad un solido quartetto che oltre a lui comprende anche George Tucker al contrabbasso, Al Harewood alla batteria e Ray Barretto alle congas (all’opera su 6 degli 8 pezzi complessivi).

In Summertimeil contrabbasso di Tucker offre al pubblico alcune belle suggestioni, mentre in brani come The Song is Ended, Prelude to a Kiss, My Mother’s Eye e nella Jim Loves Sue di Ahmad Jamal sono da sottolineare soprattutto le sezioni solistiche e le trame tonali e intriganti. La Congalegre composta dallo stesso Barretto è una briosa performance dal ritmo latino, mentre la title track, Headin’ South, composizione originale di Parlan, è un blues oscillante ed energico che punta ad un lento ed incessante arpeggio circolare.

Headin’ South è un album vigoroso che segna un periodo fondamentale nella carriera di Parlan, ma anche un lavoro di passaggio, tra dischi come Speakin’ My Peace e On the Spur of the Moment, dove il pianista predilige invece un cast in quintetto che dona molta più importanza ai fiati.

Tracklist:

  1. Headin’ South (H. Parlan) – 4:29
  2. The Song Is Ended (I. Berlin) – 5:55
  3. Summertime (G. Gershwin, D. Heyward) – 5:59
  4. Low Down (H. Parlan) – 5:30
  5. Congalegre (R. Barretto) – 4:24
  6. Prelude to a Kiss (D. Ellington, I. Gordon, I. Mills) – 5:28
  7. Jim Loves Sue (A. Jamal) – 4:32
  8. My Mother’s Eyes (A. Baer, L. Wolfe Gilbert) – 5:21

Musicisti:

  • Horace Parlan – Piano
  • George Tucker – Contrabbasso
  • Al Harewood – Batteria
  • Ray Barretto – Congas (eccetto tracce 3 e 6)

Qui sotto trovi i due brani di apertura del disco, Headin’ South e The Song is Ended, mentre qui è disponibile all’ascolto l’album completo su Grooveshark.

Horace Parlan | Us Three

us three

Us Three (Blue Note, 1960) è il secondo album da solista del pianista jazz Horace Parlan che nel mezzo della sua “ricca” attività come sideman per Lou Donaldson (è di quello stesso anno l’album capolavoro Sunny Side Up), sceglie di lavorare in trio con con il contrabbassista George Tucker e il batterista Al Harewood. I tre musicisti, che avevano già suonato  insieme in diverse serate al Minton di Harlem, qui danno vita ad una sessione (registrata il 20 aprile del 1960) puramente hard bop ma squisitamente permeata da interessanti pennellate soul jazz.

Nella title track, Us Three, Parlan scandisce le note con splendida cadenza, mentre per Wadin’ si ispira al noto spiritual Wade in the Water scendendo di tono, virando su ritmi funky e lasciando piena libertà d’improvvisazione alla sezione ritmica. Su I Wanna Be Loved e Return Engagement (ultima delle tre composizioni originali firmate da Parlan) qualcosa cambia nelle dinamiche sonore del trio (e del pianista in particolare), insinuandosi un chiaro tributo alla musica di Ahmad Jamal, che lo stesso Parlan cita a più riprese come forte influenza contemporanea.

Us Three è un disco che gioca sull’economia delle note, in netto contrasto con l’hard bop realizzato con Donaldson o con le energiche sessioni con Mingus (vedi l’album Mingus Ah Um dell’anno precedente, il ’59). Una sessione più complessa armonicamente e di certo appagante dal punto di vista emotivo, nata da un trio che, secondo la critica specializzata, rimane ancora oggi troppo sottovalutato.

horace parlan

Piccola curiosità: si, nel caso te lo stessi chiedendo, gli US3 (band hip hop e acid jazz fondata nel 1991) si sono ispirati a questo disco per il proprio nome.

Tracklist:
Tutte le composizioni sono di Parlan, tranne dove indicato diversamente.

  1. Us Three – 4:33
  2. I Want to Be Loved (S. Churchill) – 4:50
  3. Come Rain or Come Shine (H. Arlen, J. Mercer) – 6:26
  4. Wadin’ – 5:52
  5. The Lady Is a Tramp (L. Hart, R. Rodgers) – 7:09
  6. Walkin’ (R. Carpenter) – 7:05
  7. Return Engagement – 4:48

Musicisti:

  • Horace Parlan – Piano
  • George Tucker – Contrabbasso
  • Al Harewood – Batteria

Stanley Turrentine | Look Out!

look out!

Look Out! è l’album di debutto da leader del sassofonista Stanley Turrentine. Pubblicato nel 1960 dalla Blue Note Records, il disco raccoglie le sue prime sessioni per l’etichetta realizzate in quartetto con la collaborazione del pianista Horace Parlan, del contrabbassista George Tucker e del batterista Al Harewood.

Anche se più noto per le sue performance oscillanti tra il blues e il soul-jazz, questa prima sessione come leader di Turrentine (registrata il 18 giugno del 1960) ricalca un bop più tradizionale e rappresenta un’importante testimonianza del tono chiaro e caldo tramite il quale il sassofonista in questione riesce a donare all’intero album una meravigliosa e fluente coerenza. Su sei brani in scaletta, si contano tre originali composti da Turrentine (la title track Look Out, Minor Chant e la funky melodica Little Sheri), una stupenda ballata (Journey into Melody), uno standard di Clifford Brown (Tiny Capers) e una composizione firmata da Parlan (Return Engagement). Da sottolineare infine che nella prima versione in CD di quest’album, distribuita nel 1987, sono state aggiunte 3 bonus tracks: una versione più breve di Little Sheri e i brani Tin Tin Deo e Yesterdays (quest’ultima ripresa e allungata da Turrentine in alcuni suoi lavori successivi come Up at Minton’s).

stanley turrentine

Tracklist:
Tutte le composizioni sono di Turrentine, tranne dove indicato diversamente. Tutti i brani sono stati registrati presso gli studi di Rudy Van Gelder, nel New Jersey, il 18 giugno del 1960.

  1. Look Out – 7:07
  2. Journey into Melody (R. Farnon) – 4:52
  3. Return Engagement (H. Parlan) – 4:40
  4. Little Sheri – 7:46
  5. Tiny Capers (C. Brown) – 4:56
  6. Minor Chant – 6:17
    Bonus tracks nella versione in CD:
  7. Tin Tin Deo (G. Fuller, C. Pozo) – 6:15
  8. Yesterdays (O. Harbach, J. Kern) – 6:52
  9. Little Sheri [45″ version] – 5:36

Musicisti:

  • Stanley Turrentine – Sax tenore
  • Horace Parlan – Piano
  • George Tucker – Contrabbasso
  • Al Harewood – Batteria

Grant Green | Grantstand

grantstand

Grantstand è un album del chitarrista jazz Grant Green registrato e pubblicato dalla Blue Note Records nel 1961. All’opera con Green, qui, un cast di ottimi musicisti scelti dallo stesso chitarrista e che raramente avevano lavorato (o avrebbero lavorato in futuro) con la Blue Note: il sassofonista Yusef Lateef (anche al flauto), l’organista “Brother” Jack McDuff, il contrabbassista Ben Tucker e il batterista Al Harewood.

Anche se Lateef era nel pieno di un percorso di ricerca su tonalità orientaleggianti, qui suona un bop semplice e rilassato tinto di venature soul-jazz, mentre McDuff è invece più dolce e oscillante rispetto a suoi soliti toni veloci ed aggressivi. Green contribuisce anche con la scrittura di due originali blues: la lunga title track Grantstand e il brano Blues in Maude’s Flat della durata di ben 15 minuti. Conduce inoltre una delicata e sensibile esplorazione di My Funny Valentine, versione che venne riconosciuta come la sua più grande prestazione per uno standard jazz di quel periodo e che pose le basi per un’imminente serie di reinterpretazioni fino ad allora messe da parte (incluse le sue brillanti sessions con Sonny Clark, tutte raccolte nel 1997 nel bellissimo doppio CD The Complete Quartets with Sonny Clark, del quale ti parlerò a breve).

Ma è il groove a regnare sovrano per la maggior parte di quest’album e se si è alla ricerca del Green più ispirato in questo senso e dedicato amorevolmente al soul-jazz (che da questo punto in avanti divenne un suo forte marchio di fabbrica), Grantstand è un ottimo posto dove cercarlo.

Tracklist:
Tutte le composizioni sono di Green, tranne dove indicato diversamente. Tutti i brani sono stati registrati nell’unica sessione del primo agosto del 1961.

  1. Grantstand – 9:03
  2. My Funny Valentine (L. Hart, R. Rodgers) – 9:06
  3. Blues in Maude’s Flat – 15:00
  4. Old Folks (D. Lee Hill, W. Robison) – 4:11
    Bonus track nella versione in CD:
  5. Green’s Greenery – 5:10

Musiciti:

  • Grant Green – Chitarra
  • Yusef Lateef – Sax tenore, Flauto
  • “Brother” Jack McDuff – Organo
  • Ben Tucker – Contrabbasso
  • Al Harewood – Batteria